The Hip Dress – tribute to Elsa Schiaparelli
Bello.
Sylvio Giardina è uno stilista nato a Parigi ma con origini e formazione italiana. Formato alla scuola dell’alta moda romana: Gattinoni per la precisione, e queste sono esperienze che rimangono nel dna. Ma, come ho scritto più volte, l’alta moda non è completa là dove non c’è innovazione e sperimentazione e gli abiti di Giardina sono interessanti proprio perché scelgono la strada più difficile: quella della tensione verso il versante artistico.
Mischiare arte e moda è sempre una scelta azzardata, si cammina sul filo di lama: basta un niente per trasformare gli abiti in oggetti da museo o, al contrario, trasformare l’intento artistico in poca cosa. Ma non è questo il caso di Giardina, qui sembra che la scommessa sia vinta, siglata dall’affermazione: l’arte è l’ispirazione, la moda lo strumento.
Gli abiti che compongono l’ultima collezione sono dinamici, mescolano i consueti elementi sinuosi con pattern lucidi e tecnici. Tentano di trovare una nuova forma corporea, ma al contempo non negano il supporto; sembra quasi che in questo gioco di negazione e affermazione, mettano in luce una nuova plasticità.
Ma la cosa che più sorprende, dopo tutta questa complessità, è la semplicità con cui si immagina possano essere indossati.
Insomma abiti che dialogano con il corpo, in cerca di un equilibrio tanto difficile quanto infine possibile.